L’inaugurazione del campo di calcio in erba sintetica con il presidente Grasso e Maurizia Cacciatori

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Il Tennis Club Palermo 2 di via San Lorenzo migliora e rinnova le sue già imponenti strutture. L’ultimo intervento riguarda il campo di calcio di 30 metri per 65, che da terra battuta è stato trasformato in erba sintetica di nuovissima generazione.Sabato 11, dopo un cocktail, l’inaugurazione alla presenza del presidente del Senato Pietro Grasso e di un’altra ospite d’eccezione, la pallavolista azzurra Maurizia Cacciatori, e di dirigenti e soci del club. Ad avere realizzato la nuova superficie è stata la ditta Anastasi, che ha steso al Tc Palermo 2 lo sesso “tappeto” del campo di calcio del Trapani e del Padova, con fili da 5 centimetri su una guaina speciale  sabbia e terra artificiale con materiali naturali, riso, cocco e torba.

«Il nuovo campo 
è una struttura ottima. Il fatto che sia in erba sintetica comporta una totale assenza di buche, avvallamenti
o imperfezioni del terreno, e questo favorisce ottime prestazioni anche con scarpe da tennis – dice De Bellis – è luogo ideale dove insegnare e imparare il buon calcio. Senza contare che, al contrario della terra battuta,
 in questa struttura è possibile allenarsi senza sporcarsi: un vantaggio non indifferente anche per le mamme!».

«Quest’anno abbiamo fatto due importanti investimenti per il miglioramento degli impianti e dei relativi servizi, con particolare attenzione ai giovani – dice Roberto Rizzo, dirigente del Tc2 – secondo una politica adottata da anni, valorizzando e attrezzando  gli spazi ricreativi. I due campi Play-it e il campo di calcio di nuova generazione in erba sintetica omologato per la serie A, sono la dimostrazione concreta del fatto che non abbiamo mezze misure nella ricerca della qualità dei servizi e che puntiamo a dare sempre il meglio ai nostri soci». 

Caratteristiche tecniche
“Sabbia e terra artificiale fatta di materiali naturali, riso, cocco e torba. Sono queste le principali innovazioni del rivestimento del campo in erba sintetica”, dice Augusto Rizzo, “nei campi di vecchia generazione i fili d’erba affondavano in uno strato di trucioli di gomma ricavati da pneumatici riciclati, poco adatti dal punto di vista igienico e poco pratici perchè la gomma, che trattiene il calore del sole, fa aumentare la temperatura del campo ed emette un odore sgradevole (i trucioli, inoltre, andavano a finire nelle scarpe dei giocatori). Questo rivestimento, invece, è costituito, alla base, dal “geodreno”, una sorta di tessuto fornito di canalette per far drenare l’acqua piovana verso il perimetro del campo; una guaina di gomma, cui sono attaccati i fili, lunghi in tutto circa 5 centimetri; uno strato di sabbia silicea e uno di terra, composta da materiali naturali”.

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